Per un succhiacazzi appassionato come Cocksucker, succhiare cazzi enormi da tutto il mondo è puro piacere. Così, quando questo padre tedesco impiccato gli ha offerto la sua carne e il suo latte, ha accettato! Il ragazzo era un tipico maschio tedesco. Grosso, testa rasata, dominante, porco. Berlino aveva un sacco di cazzi da succhiare per farlo godere. Non poteva scegliere un uomo migliore di Cocksucker per provare il pompino alla francese. Cocksucker gli dimostra che le voci sono vere: i francesi amano fare i pompini, e amano ancora di più prendere un sacco di sborra in bocca. Cocksucker gli fa uno dei migliori pompini della sua vita, gli fa eccitare il cazzo come un matto e continua a spurgare fino all'ultima goccia. Naturalmente, non si limiterà a farlo sborrare, ma pulirà anche. Benvenuti a Parigi!
Sono le 3 del mattino e tutti riposano, ma non Cocksucker. Lui non può riposare: ha bisogno di sborra. Esce nel parcheggio, sperando di trovare qualche cazzo pesante. Non è un compito facile, perché non c'è molta gente in giro a quest'ora della notte. È buio, Cocksucker gira, aspetta, cerca e finalmente sente un rumore. Appena in tempo: un bel papà è lì per farsi succhiare. Porta Cocksuckucker in un angolo e tira fuori la carne. È tardi e bisogna fare in fretta. Cocksucker ha così tanta sete che vuole farlo bene. Ha bisogno di un po' di latte, quindi lo succhia e mette in atto le sue migliori tecniche di suzione. Ci riesce, e tutti se ne vanno contenti e in grado di riposare un po'!
Succhiacazzi si fa un giro con un gigante tedesco in una gabbia di scale. Il gigante di 2 metri vuole farsi pompare il suo grosso e monumentale cazzo da un ragazzo gay. Con questo ragazzo, tutto è proporzionato. Il cazzo è enorme. Le palle sono grosse e pesanti, la mascella è dura e squadrata, i muscoli sono naturalmente potenti... un vero tedesco rossiccio. Per il giovane arabo, è anche la prima volta che succhia un uomo rosso con peli pubici rossi. Eccitante! Il ragazzo arabo gay impasta le grosse palle, poi succhia e lecca il grosso pene. Che goduria!